Endometriosi e Psicologia

ALTERAZIONE DELL'IMMAGINE CORPOREA

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L’immagine corporea può essere definita come quell’immagine che ognuno di noi ha nella mente del proprio corpo e i sentimenti che conseguentemente vengono provati rispetto alle singole parti del corpo.
Questa immagine viene costruita e definita nel corso del tempo, da quando siamo nati ad oggi.

Essa è composta e costituita da quattro elementi fondamentali.

La prima componente riguarda la percezione ovvero come vediamo ed immaginiamo ogni parte del corpo rispetto alla sua forma, alla sua taglia, alla sua dimensione (rispetto alle sue caratteristiche fisiche). La seconda componente riguarda invece gli aspetti affettivi ovvero tutti quei sentimenti ed emozioni che ogni persona prova rispetto al proprio corpo ed alle sue caratteristiche. Anche in questa seconda componente si possono avere sentimenti generali (ad esempio mi piace e amo il mio corpo) oppure sentimenti specifici e differenziati per ogni singola parte del corpo (ad esempio mi piace la parte alta del corpo, ma odio la parte bassa oppure amo la mia faccia ma non mi piacciono le mie gambe ecc..).
La terza componente riguarda gli aspetti comportamentali ovvero tutti quei comportamenti che mettiamo in atto nei confronti del nostro corpo. Ad esempio come decidiamo di nutrirci, se pratichiamo attività fisica, come decidiamo di vestirci.
Infine la quarta componente è relativa agli aspetti attitudinali riguardanti i pensieri e le conoscenze che ogni persona ha rispetto al funzionamento interno ed esterno di ogni parte del suo corpo.

Queste quattro componenti ed aspetti vanno a costituire l’idea e l’immagine mentale che ognuno di noi crea di se stesso.

Nel caso della malattia dell’endometriosi, questa immagine è costretta ad essere modificata in maniera spesso molto “aggressiva” ed inaspettata.
La presenza della malattia con i suoi sintomi fisici, l’assunzione delle terapie ormonali e gli interventi chirurgici, obbligano la donna a dover fare i conti con un corpo che cambia e in conseguenza cercare di modificare anche l’immagine mentale di questi cambiamenti.

I cambiamenti più fastidiosi e più frequenti che possiamo riscontrare sono elencati nella lista seguente.

  • Gonfiore addominale
  • Cellulite
  • Aumento/diminuzione peso
  • Acne
  • Dolore/aumento del seno
  • Perdita del normale desiderio sessuale
  • Presenza di cicatrici successivamente ad interventi chirurgici
  • Perdita degli organi connessi alla femminilità e alla maternità

Ovviamente questo elenco non è esaustivo di tutti i cambiamenti che una donna può subire e dover affrontare nel corso della malattia, ce ne possono essere sicuramente tanti altri più specifici e personali.

La difficoltà dal punto di vista mentale rispetto a questo argomento è relativa proprio al fatto che non sempre il cambiamento fisico (solitamente rivolto al negativo) è facilmente integrabile ed adattabile all’idea mentale che ogni donna aveva in precedenza del proprio corpo. Un po’ come se la mente dovesse imparare ad abituarsi ad un corpo diverso da quello che vorrebbe e da quello che ha sempre immaginato di avere.
Un processo sicuramente non facile e non immediato da affrontare in solitudine, soprattutto perché spesso i cambiamenti corporei sono molto veloci e non offrono il necessario tempo di assimilazione da parte della psiche.

L’aiuto ed il sostegno psicologico si pongono in questo quadro diversi scopi ed obiettivi.
In primo luogo quello di aiutare la donna a ridefinire e ridisegnare una immagine del proprio corpo che possa essere più realistica ma anche più soddisfacente. In questo senso si attua un lavoro di accettazione di un corpo nuovo e diverso rispetto alla precedente immagine mentale. Certe volte questo percorso di accettazione acquisisce anche la forma di un percorso di perdono e riappacificazione di un corpo percepito come “malfunzionante”.
In secondo luogo è utilissimo poter fare un lavoro psicologico di rinforzo dell’autostima della donna circa le proprie caratteristiche e di rinforzo della fiducia nelle proprie capacità e potenzialità.
Inoltre è possibile svolgere un lavoro di sostegno e supporto in casi di interventi chirurgici, sia in fase di preparazione che in fase di recupero e ripresa.

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