Endometriosi e Psicologia

DEFINIZIONE DI UNA NUOVA IDEA DI MATERNITÀ

In diversi casi l’endometriosi può portare, dal punto di vista fisico, a forti difficoltà nel raggiungere una gravidanza.

In alcuni casi il tempo a disposizione delle donne nel loro periodo più fertile viene occupato dalla ricerca di una diagnosi e successivamente dai tentativi di tenere e bada la malattia. In questo modo il tempo trascorre senza dare modo alla donna di occuparsi anche solo dell’idea di impegnarsi nella ricerca di una gravidanza.
In altri casi, invece, la malattia viene scoperta proprio in occasione della ricerca di maternità quando la coppia, vedendo le difficoltà nella procreazione, si rivolge a centri specializzati che rilevano la malattia nella donna.

L’idea della maternità che ogni donna ha nella propria mente, è un’immagine costruita solitamente fin dai tempi dell’infanzia tramite la propria fantasia e i propri desideri.
Osservare e rilevare difficoltà nel poter concretizzare queste idee mentali, porta sicuramente ad un scontro con la realtà che viene di conseguenza vissuta come spiacevole e fonte di frustrazione e sofferenza.

Le situazioni di fronte a questa tematica possono essere svariate.

Per prima la condizione di ricerca di una gravidanza naturale ma con tempi di attesa molto più lunghi (dovuto ai molteplici tentativi) rispetto a ciò che può essere considerato come “normale”. In questa situazione il vissuto dello scorrere del tempo e i tentativi falliti pongono la donna e la coppia in uno stato ansiogeno elevato che causa grandi difficoltà emotive e psicologiche (a livello individuale e relazionale).

Spesso di fronte ai ripetuti tentativi naturali senza buon esito, la coppia è costretta ad accedere ad un tipo di tecniche considerate “artificiali”: la fecondazione assistita.
Già soltanto dover accettare una gravidanza di questo tipo implica un processo mentale psicologico che cambia e muta l’idea di maternità di partenza. Non sempre purtroppo questo passaggio avviene con leggerezza e serenità.
Nuove difficoltà dal punto di vista della psiche si hanno nel caso in cui la fecondazione debba avvalersi di un donatore esterno (fecondazione eterologa). Accettare una gravidanza di questo tipo, sempre più distante dall’idea che si poteva avere inizialmente, provoca certamente dei vissuti emotivi molto intensi e forti che andranno osservati ed elaborati per favorire un processo di equilibrio e accettazione.

Un ulteriore capitolo si apre di fronte alle scelte di adozione ed affido. In questi casi ci si trova di fronte alla presenza di maternità e genitorialità in assenza di una gravidanza. La coppia dovrà fare fronte ai vissuti emotivi connessi ad una genitorialità senza procreazione. Se questa operazione psicologica sembra semplice a dirsi, certamente non è così immediata a farsi.

Infine troviamo i casi in cui la donna deve fare i conti con l’assenza della maternità nonostante i suoi desideri di partenza. Questa è sicuramente la situazione in cui ci si scontra maggiormente con la realtà vissuta totalmente come ingiusta, sbagliata, inadeguata. L’idea e il desiderio iniziale vengono completamente annullati.

In tutti questi casi, la donna si trova a dover ridefinire, nel corso del tempo e con il trascorrere degli eventi, la propria immagine di madre e il proprio concetto di maternità.

L’aiuto psicologico è rivolto alla donna e alla coppia come sostegno durante la ricerca e i tentativi di una gravidanza naturale, come supporto durante eventuali percorsi di fecondazione, come accompagnamento nei casi di adozione o affido e come grande appoggio nel processo di accettazione di un’assenza di maternità. 

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