Endometriosi e Psicologia

ASSENZA DI MATERNITÀ

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Nei casi più severi, una malattia come l’endometriosi può portare la donna ad una diagnosi di infertilità e successivamente anche di sterilità.

Si parla di infertilità quando una coppia non riesce a raggiungere una gravidanza dopo un periodo di tempo di rapporti costanti e non protetti, indipendentemente che sia a causa della donna o dell’uomo.
Si parla, invece di sterilità quando in una coppia uno o entrambi i membri sono affetti da una qualche condizione fisica permanente che non permette il concepimento.
La diagnosi di sterilità, dunque, risulta essere una diagnosi assoluta e definitiva rispetto a quella di infertilità dove ancora sono possibili tentativi, tramite tecniche mediche esterne, per generare una nuova vita.

Le possibilità di fronte ad una diagnosi di sterilità a causa dell’endometriosi sono due: approcciarsi alla dimensione dell’adozione oppure rinunciare all’idea di maternità.
Entrambi i percorsi prevedono nuove sfide psicologiche per la donna e per la coppia.
In questo articolo si vogliono esplorare gli aspetti psicologici ed emotivi connessi alla rinuncia della possibilità di diventare madre.

Per la donna, una diagnosi di sterilità a causa dell’endometriosi, implica prima di tutto una rottura con le fantasie e gli ideali costruiti fin dall’infanzia rispetto ai concetti di maternità, genitorialità e femminilità.
Questa rottura crea una vera e propria ferita di una parte essenziale della propria identità di donna. In tal senso è possibile parlare di una condizione di lutto nei confronti di una parte di se stesse, un lutto che dovrà necessariamente trovare un collocamento all’interno della propria storia e della propria vita.
Diventa fondamentale poter accogliere questa ferita in modo tale da poterla elaborare e con il tempo anche accettare.

Le emozioni che si scatenano di fronte alla diagnosi di sterilità sono le classiche emozioni di forte rabbia, di depressione, di colpa e di rifiuto nell’accettare questa condizione.
Stati emotivi certamente non semplici da affrontare senza il supporto delle persone care o il sostegno di un aiuto psicologico esterno.

Spesso accanto a tutto questo si aggiunge un atteggiamento di giudizio nei confronti dei propri sentimenti e stati emotivi, atteggiamento che certamente non sostiene e non aiuta nell’approcciarsi ad una fase di vita così complessa ma, anzi, ne aumenta la sofferenza ed il dolore.

Un’altra difficoltà incontrata nei casi di diagnosi di sterilità riguarda le relazioni con gli altri: con il contesto sociale e con il proprio compagno.

Non è raro osservare che una donna con una sofferenza fisica e psicologica di questo tipo abbia difficoltà nel ricevere l’adeguato sostegno da parte del suo personale contesto sociale e relazionale in quanto frequentemente è circondata da amiche e coetanee che sono o diventano madri, riducendo in questo modo lo spazio di condivisione di esperienze ed emozioni.

Ovviamente la sterilità investe anche la relazione di coppia. La mancanza di un figlio, ovviamente nelle coppie che lo hanno a lungo desiderato, può causare situazioni di ostilità, di accuse rispetto alle responsabilità, di fallimento, di inadeguatezza e di stress.
Le coppie in questa fase si possono trovare a vivere un periodo di “crisi” e transizione dovendo affrontare a diversi livelli il confronto con la propria condizione e i propri vissuti.
Anche la sfera della sessualità può essere investita e modificata dalle emozioni connesse alla sterilità.

Obiettivi del sostegno psicologico riguardano il supporto della donna e della coppia nella fase di accettazione ed elaborazione della diagnosi e della nuova condizione di vita.

Infine dobbiamo sottolineare che sarà sempre possibile approcciarsi ad un tipo di generatività differente da quella genitoriale ad esempio attraverso l’adozione di un animale domestico oppure attraverso forme di generatività sociale offrendo un aiuto ed un sostegno ad altre persone all’interno della propria comunità.

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