Endometriosi e Psicologia

FRUSTRAZIONE, IMPOTENZA, COLPA, VERGOGNA

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La frustrazione, il senso di impotenza, i sentimenti di colpa e le sensazioni di vergogna, sono tutte emozioni che ognuno di noi sperimenta nel corso della propria vita, ma nella donna affetta da endometriosi spesso diventano maggiormente presenti ed ingombranti, soprattutto nel caso in cui si abbiano alcune difficoltà nella loro gestione.
Vediamo insieme brevemente come è possibile definire e differenziare questi particolari stati emotivi.

La frustrazione può essere definita come lo stato emotivo in cui ci troviamo nel momento in cui pensiamo che il nostro agire, rispetto ad una determinata situazione o ad uno specifico problema, sia stata o sia tuttora inutile e vano. Questo conduce alla percezione e ad un vissuto di sconfitta e fallimento in conseguenza al trascorrere degli eventi che vengono visti come qualcosa di insormontabile.

Il senso di impotenza è altamente connesso con il vissuto di frustrazione, tanto che possiamo dire che le due emozioni viaggino sempre di pari passo. L’impotenza è quel sentimento che nasce nel momento in cui si percepisce la sensazione di non avere alcuna possibilità di fare qualcosa per migliorare la propria condizione, situazione o problema.

Per fare un semplicissimo esempio: può capitare frequentemente che una donna con endometriosi, con l’obiettivo di diminuire il dolore durante un momento di crisi, provi dapprima a prendere un antidolorifico scoprendo che non fa effetto, poi di provarne un altro ma sempre senza successo, poi di provare a sdraiarsi, poi a camminare, poi con una tisana e così via, osservando ogni volta un insuccesso. Questa apparentemente banale situazione, se ripetuta nel tempo, può portare la donna a sentirsi come incapace nel gestire il proprio dolore e aumentare il suo senso di frustrazione e di impotenza rispetto al vissuto della malattia.
Ovviamente questo è un semplice esempio per rendere chiaro lo svilupparsi di tali stati emotivi, ma di situazioni di questo tipo ve ne possono essere svariate ed anche maggiormente importanti.

Passando alle emozioni successive, il senso di colpa e la vergogna, anch’esse spesso le troviamo accompagnate l’una con l’altra.
I sensi di colpa, in particolare, possono essere diretti nei confronti della propria persona oppure nei confronti degli altri.
Nei riguardi della propria persona, solitamente, i pensieri possono essere relativi al fatto di aver potuto fare qualcosa di sbagliato nella propria vita e che possa aver causato in qualche modo un peggioramento dei sintomi se non addirittura lo svilupparsi della malattia stessa.
Ad esempio: “se da adolescente non avessi fumato, forse oggi non avrei la malattia” oppure ” se ieri non avessi mangiato quel cioccolatino, oggi non avrei il dolore”.
È evidente come, indipendentemente dalla verità o dalla falsità di questi pensieri, percepire dei forti sensi di colpa nei confronti della propria persona o dei propri comportamenti. non aiuta la mente e di conseguenza il corpo a stare meglio.

Infine la vergogna può essere descritta come quell’emozione provata nel momento in cui percepiamo un senso di inadeguatezza o di inferiorità rispetto al nostro corpo, al nostro modo di essere, ai nostri comportamenti e pensieri.
Spesso la vergogna è più frequente in donne di giovane età e adolescenti ma può tranquillamente verificarsi anche in donne più mature.
Anche in questo caso un esempio banale può essere la giovane donna che si vergogna del proprio ciclo mestruale e del proprio “mal di pancia” nel confronto con le compagne di scuola in cui si osservano comportamenti diversi e ritenuti più adeguati e normali.

Nel complesso questo tipo di emozioni portano ad avere la sensazione di non poter gestire la propria malattia, di non averne il controllo e quindi a sentirsi sopraffatte da quello che accade. La percezione può essere quella di sentirsi come schiacciate dal peso di qualcosa di troppo grande, troppo forte, troppo immenso.

L’aiuto psicologico in questi casi e in queste situazioni si pone come obiettivo primario quello di lavorare sulll’autostima, sulla fiducia nelle personali risorse interiori e nelle proprie capacità e potenzialità nell’ottica di permettere alla donna di riprendere in mano, per quanto possibile, il controllo e la gestione della situazione.

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