Endometriosi e Psicologia

ENDOMETRIOSI E MENOPAUSA: ASPETTI PSICOLOGICI

menopausa

Quando sentiamo parlare di endometriosi, spesso la vediamo associata all’argomento della menopausa e questo accade principalmente per tre motivi.
Il primo perché frequentemente si associano i sintomi della malattia alla presenza del ciclo mestruale e quindi si tende a vedere la menopausa come la soluzione delle sofferenze della patologia (cosa che però non accade in tutti i casi).
Il secondo perché la gran parte delle donne affette da endometriosi tampona e gestisce i sintomi fisici della malattia attraverso quella che spesso viene definita come menopausa indotta anche se più correttamente si tratta di una situazione di amenorrea, ovvero una situazione in cui il ciclo viene bloccato e sospeso anche per diversi anni.
Infine troviamo il terzo motivo ovvero i casi in cui le donne a causa della patologia sono costrette a subire interventi (anche in giovane età) di isterectomia totale andando così realmente a vivere una condizione di menopausa precoce e anticipata.

Vediamo insieme quali sono le sfide e le difficoltà psicologiche in ognuno di questi casi.

Quando si associano i dolori e le sofferenze al ciclo mestruale, la menopausa può essere vista e vissuta come la liberazione di tutti i mali.
Per quanto questo sia fortunatamente reale in alcuni casi e situazioni, non è però sempre vero. Quando la malattia ha intaccato organi interni in maniera più consistente e profonda, è possibile che qualche sintomo e qualche “battaglia” permanga anche oltre la menopausa.
Dal punto di vista psicologico quindi non è d’aiuto attendere la menopausa come una sorta di liberazione, in prima battuta perché questo comporta necessariamente la presenza di emozioni negative nei confronti del periodo precedente (che certamente non aiuta a vivere più serene) e in seconda battuta perché si rischia di riporre speranze su qualcosa che non è detto possa verificarsi.
La maniera più idonea dal punto di vista psicologico (anche se sicuramente non facile) sarebbe quella di riuscire ad “accettare” entrambi i momenti senza riversare su di essi aspettative o emozioni eccessive e disfunzionali.

Per quanto riguarda la condizione di menopausa indotta farmacologicamente o meglio di amenorrea (assenza del ciclo mestruale) troviamo una serie di risvolti psicologici e mentali che hanno radici profonde nella nostra cultura e nella nostra educazione.
Il ciclo è associato al diventare grandi, al diventare donne e all’essere fertili; interrompere in maniera costrittiva il flusso mestruale se dal punto di vista fisico (fortunatamente) aiuta a contenere i dolori e le sofferenze, non deve però scatenare pensieri disfunzionali quali “senza il ciclo non sono donna”, “devo bloccare il ciclo e quindi valgo di meno”, “sono una donna non normale perché non ho le mestruazioni”. Psicologicamente insieme al proprio terapeuta è possibile fare proprio un lavoro di comprensione e di accoglimento del proprio corpo così com’è, anche senza ciclo!

Infine troviamo i casi in cui la donna si trova a dover fare i conti fisicamente ed emotivamente con una menopausa precoce rispetto alla sua età anagrafica a causa di interventi chirurgici radicali.
In queste situazioni gli aspetti psicologici più evidenti riguardano i pensieri e le emozioni relative al sentirsi più vecchie di quello che si è.
Anche in questo caso sono pensieri del tutto normali ma che non devono arrivare ad incidere o turbare la vita quotidiana della donna. Psicologicamente si può attuare un percorso di supporto al periodo di transizione che la donna sta vivendo, aiutandola ad accettare la nuova condizione comprendendone l’utilità e gestendo i possibili effetti collaterali.

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